Sai come nasce un filato naturale, sostenibile e tracciato al 100% ? Hai mai pensato ai tuoi lavori a maglia come ad una attività storica? Ti sei mai chiesto qual’è la strada che fa il tuo gomitolo prima di arrivare alle tue mani? Sai che ci sono persone che per colorare la lana cominciano col piantare un albero napoleonico?
Ci sono ragioni che fanno si che un gruppo di persone si mettano insieme per realizzare un filato100% naturale per i tuoi lavori a maglia, che si spremano le meningi per selezionare animali nel rispetto della loro vocazione naturale, incrociare razze per esaltarne le caratteristiche senza perderne la territorialità; che studiano tecniche di filatura coinvolgendo eccellenze, che riscoprano la tecnica della pettinata innescando un fiorire di competenze; che piantino alberi e fiori, arbusti napoleonici, per tingere naturalmente il filato.
Persone diverse che si pongono delle domande a cui molti di noi non solo non danno risposta, ma a cui non pensano proprio, come ad esempio: come è possibile che una risorsa naturale come la lana, che un tempo rappresentava una ricchezza nel giro di mezzo secolo sia diventa un costo?
Christian di Rito, creatore assieme ad Alice Tesser dello shop Di Lana e D’Altre Storie , mi racconta che a Castel del Monte, a due passi da L’Aquila, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, uomini e pecore da sempre vivono in simbiosi e prodotti d’eccellenza mondiale come il Pecorino Canestrato viene esportato in tutto il mondo da un manipolo di pastori tutt’altro che conservatori. Fino ai primi del ‘900 Castel del Monte era un paese tra i più grandi produttori di lana italiana, dal vello dei suoi animali si ricavavano i tessuti per aristocratici romani e per i papi.
Paradossalmente alla fine degli anni ’90 i pastori, per quella stessa lana aristocratica, spendevano per poterla smaltire come rifiuto speciale, una tristezza infinita.
La razza ovina “Gentile di Puglia” è una delle pecore merino lasciate in eredità al nostro paese dalle truppe napoleoniche. Grazie al lavoro del Consorzio Arianne (di cui sia io che Christian facciamo parte da qualche tempo) , nel giro di una decina d’anni ed incrociando animali, si è riusciti a riportare la qualità della lana verso i più alti valori di mercato raggiungendo spessori che si aggirano intorno ai 19-21 micron.
Ma la ricerca della eccellenza e dello stile italiano non si è fermato alla qualità della lana. Per realizzare il filato si è deciso di reintrodurre, anche per il filato dedicato alla aguglieria, la tecnica della pettinata che, a differenza della cardatura, produce più scarti, ma realizza un filato da alta sartoria, quello dell’inconfondibile stile italiano.
E poi c’è il colore: date le premesse, la decisione della colorazione da dare al filato è stata semplice: solo colori naturali. Il mastro tintore (Alessandro Butta de La Campana, un vero pozzo di sapienza ed umiltà) ha quindi piantato personalmente gli alberi e gli arbusti, ne ha estratta la materia colorante e di ogni colore ha scoperto la storia. Il giallo, è fatto con la Reseda, pianta spontanea che cresce intorno ai corsi d’acqua; il marrone con lo Scotano, pianta anche questa portata da Napoleone per tingere le finiture di cuoio del suo esercito, il blu con il Guado.
(Fonte foto: http://bio-fashion.blogspot.it)
Ogni passo che si compie all’interno della conoscenza di questo filato è uno sguardo sul mondo, sui territori e sulle persone, è una connessione che fa si che aumenti la curiosità, la voglia di far domande e di imparare.
Questo filato speciale si chiama Naturalmente, 100% stile naturale italiano ed è un filato storico, perché per fabbricarlo, a differenza di quanto accade normalmente, la strada è stata verso l’approfondimento. C’è stato bisogno di riscoprire saggezze, studiare e coinvolgere sapienza: per realizzare il filato di lana Naturalmente c’è stato bisogno di imparare, una storia d’amore, coraggio e determinazione.
Lo trovate, assieme a tanti filati d’eccellenza, nel negozio Di Lana e D’Altre Storie: la spedizione, per questo filato speciale, è gratuita.
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