Abilmente si è conclusa domenica: un’offerta infinita di stimoli, ispirazione, materali, utensili. Come sempre torno distrutta, con un mazzo di volantini e biglietti da visita di persone meravigliose di cui vorrei approfondire la conoscenza o di cui racconterò il lavoro, ma anche di tante immagini e persone che in questi giorni mi hanno fatto divertire ed emozionare (ps: avete visto il live feeddella fiera?)
Ecco la raccolta dei miei pensieri semiseri, usciti in questi giorni su la mia pagina Facebook, fatevi 4 risate, io mi preparo per l’edizione di Roma, dove sarò ospite di Laura Soria nell’Atelier Crochet, i prossimi 14 e 15 novembre!
Commenti ad Abilmente, primo giorno:
-Non posso sentire la parola “Monospalla” di prima mattina.
-L’AC hotel di Vicenza ha lo staff più formal-punk della storia (5 altissimo).
-Abilmente mi aiuta come sempre a capire chi sono le mie fan, nella maggior parte: diciasettenni con occhi a cuore facile, trentenni alternative (ciuffe, rasature, occhiali, rossetti rossi, piercing e tinture, tatuaggi, magliette a righe), ultraottantenni con cui mi intrattengo mezz’ore intere a parlare commossa dei vecchi tempi in cui facevano di tutto e di conti salati dei dentisti .Alla fine mi guardano con affetto nonnesco e io ricambio con l’occhio lucido.
-Le mie fan sono le più dementi della fiera, arrivano con sorrisi a 70 denti con cori da stadio e regali commoventi (vd. bottiglia di GRAPPA portata oggi da quel genio di Federica de Lasartoriadeiconfetti).Vi amo, ragazze.
-Il mio trucco si sfalda sempre troppo presto, le foto devono essere fatte solo tra le 9,30 e le 12 massimo, ma nel mio ottimismo cosmico, non me lo ricordo mai
-La treccina allo sciroppo d’acero e noci del bar del Padiglione 7 SPACCA.
-Lea Di Muzio è Dio e io voglio diventare come lei, dov’è che si firma?
-Ho una notevole propensione ad attaccar bottone e far comunella goliardica con tecnici, operai, elettricisti e assistenti Singer.
-Se siete passate oggi, sapiate che i miei non erano abbracci, mi stavo solo riposando sulla vostra spalla.
Commenti ad Abilmente, secondo giorno:
-Arrivando in fiera dall’AC hotel, rischi la vita tre volte:
attraversando la statale zigzagando tra i Tir,
attraversando i binari della ferrovia,
attraversando il muro di hooligan sesantenni che ti tirano trolley mentre gli passi avanti con la tessera da espositore.Bless.
-Sono inspiegabilmente attirata dai filati improbabili in lurex colorato.Sará un Natale Disco Bambina.
-Ad Abilmente ci si saluta con frasi tipo:”Ti ricordi di me?eravamo insieme al corso di uncinetto tunisino…”E vai di cinque altissimi.
-I nomi dei filati, specie di case di produzione underground, sono un trip di marketing allucinogeno.Il premio di questa edizione va a SOFFICIONE e MALEFICA LUX.
-Voglio farmi adottare da Arne e Carlos, vivere con loro e vestirmi con scialletti, pantofole e maglioni jaquard infornando biscotti allo zenzero e dipanando matasse.
-La mostra di quilt sugli artisti giapponesi ti fa venire voglia di cadere in ginocchio, batterti il petto e poi emigrare in Albania cercando lavoro nella raccolta delle olive.
-Le granitiche sesantenni venete ti parlano mezz’ora in dialetto prima di intuire che forse non sei della zona e non stai capendo niente. A quel punto cominciano a parlare in dialetto.
Commenti ad Abilmente,terzo giorno:
-In fiera capisci se una signora è entrata da mezz’ora, due ore o quattro dalla faccia del poveretto (marito) che la accompagna.
-Le signore passano davanti al mio spazio con sguardo distratto, poi leggono a voce alta “VENDÉTA …UNCINÉTA…!”e giù grasse risate indicandomi col dito.Craft Bullismo.
-Ad Abilmente ho visto ottantenni in gonna a ruota stampate e sneakers che manco le fashion editor di New York e ventenni vestite come novantenni in pigiama in ospedale.
-Tu puoi raccontarla come vuoi, parlare di riciclo, recupero, upcycling.Ma alla fine “de un maglion vecio ghe fe la gònna”.
-La cosa più punk da fare in fiera è lavorare ad uncinetto sottobanco nell’atelier cartamodello.Ooops.
.-Il mio tavolo è l’unico della fiera con un centrotavola di bottiglie di alcolici.Intatti (per ora).
-L’Atelier Tricot & Crochet è il privè della fiera: colori fluo, cavolfiori giganti, prospettive distorte, superstar e personaggi eccentrici che manco nella Factory di Andy Warhol.
-Il baccalà alla vicentina è pornografico.
-Le ragazze degli stand, specie il sabato, hanno vent’anni alle 10 del mattino, 40 alle 14 e 80 alle 17.Alle 19 lasciano la fiera camminando come gli zombie di Romero.Poi li sveglia di botto la zaffata di frittella dell’ambulante di fronte.
Commenti al quarto (ed ultimo) giorno di Abilmente:
Oggi eravamo talmente tutti stanchissimi che perfino le eteree blogger francesi di cucito non avevano più le cinciallegre a tenergli i nastri nei capelli.
–Oggi eravamo talmente tutti stanchissimi che le visitatrici si fermavano al mio tavolo tipo sosta in autogrill.Saranno state le bottiglie a confonderle.
-Amiche, grazie per le bottiglie di grappa e vino che cotanta fama di ubriacona mi hanno portato, ma la prossima volta ricordatevi il cavatappi (il bar non ce l’ha, ma la faccia della cameriera mi ha fatto capire che la cotanta fama si era sparsa extra padiglione 7)
-Ho visto spilloni da tombolo che sembravano usciti da Muji , settantenni vestite come Anna Piaggi e bambine seienni bacchettare le madri per come tenevano le forbici.
-Secondo il responsabile di una nota azienda di macchine da cucire, le clienti più fuori di testa sono quelle che usano i punti ricamo.Io vi ho avvertito.
-Pazze per la spesa che con la loro ossessione sono sepolti in casa.Prossimamente su Real Time.
-La fiera è talmente enorme e talmente piena di cose da fare e da vedere che ogni volta vedo solo 2 padiglioni su 3. Ah, ce n’erano 4?