Nell’ultimo periodo si è parlato spesso dei piccoli borghi italiani: una caratteristica sociale, prima ancora che paesaggistica, che costituisce il 70% dei comuni italiani e occupa quasi il 55% del nostro territorio.
Questi borghi spopolati da anni, con pochi anziani che rimangono come fieri guerrieri a vigliarne le pietre, nel silenzio di vicoli e gradini mentre le case dei loro centri non vengono ristrutturate poichè vuote e pur in vendita o affitto a prezzi risibili, rimangono gusci in balia di agenti atmosferici e fragili a calamità naturali.
La lente d’ingrandimento su questo problema è stato posta ultimamente dal terremoto che ha colpito le Marche più di un anno fa: passato scandalosamente sotto silenzio a livello nazionale perchè accaduto in un territorio senza città conosciute e quindi considerato di poco effetto mediatico (forti furono le polemiche in merito al metro di paragone posto spesso dai media su Roma), mise alla luce una realtà fatta di paesini sperduti irraggiungibili perfino dai mezzi di soccorso, che rimasero isolati per mesi o i cui aiuti arrivavano per mettere in salvo pochissime famiglie abitanti in paesi da anni deserti.
La recente attenzione a sostenibilità, autenticità, qualità della vita, down shifting e il bisogno di abitazioni a basso costo, sta permettendo una serie di nuovi ed interessanti iniziative che molto hanno a che fare con la rinascita artigianale e dell’economia sostenibile e circolare, il cui scopo è prima di tutto quello di risolvere il problema sottolineato ulteriormente durante il recente terremoto: la connessione, fisica e digitale.
E’ ovvio: nessuno di noi (per quanto spesso tentati in un momento di stress) si trasferirebbe stabilmente in un paesino sperduto proprio perchè sperduto. Le famiglie giovani hanno bisogno di servizi, scuole ed attività, seppur basiche, commerciali. Connessione dal punto di vista web e di linee telefoniche ma anche stradale e di mezzi di trasporto pubblici. Se alla risoluzione di questi problemi di base aggiungiamo soluzioni energetiche green ed economiche ed il favorire la nascita di attività manifatturiere che possano portare sostenibilità economiche ma anche turismo, c’è da essere ottimisti. Molto sta già cambiando e gli effetti non stanno tardando ad arrivare: nell’ultimo periodo ad esempio si è registrato un aumento demografico confortante e significativo.
Figlia dei tempi ed in linea e precorritrice di questa tendenza la legge per i Piccoli Comuni , di recente approvazione, a firma di Ermete Realacci. La nuova legge porterà fondi, fra le altre cose, per la salvaguardia e la manutenzione dell’ambiente, riqualificazione di edifici in abbandono e per la creazione di alberghi diffusi, ma anche la realizzazione della banda larga, il sostegno all’artigianato digitale, il miglioramento di trasporti e servizi.
Molto altro si sta muovendo, due gli esempi che ho conosciuto personalmente:
▶︎BORGOFUTURO
Borgofuturo è un Festival biennale che da 5 edizioni si tiene a Ripe Di San Ginesio, un piccolo gioiello di 800 abitanti in provincia di Macerata, nelle Marche.
Dal 2010 Borgofuturo Festival immagina una prospettiva di sviluppo possibile per il piccolo centro abitato della provincia Italiana occupandosi nel suo programma di rispetto per l’ambiente, tradizione e sostenibilità nelle sue diverse accezioni per tracciare una nuova dimensione per i piccoli centri urbani.
Ma il Festival è la punta dell’iceberg di un progetto che negli anni sta cambiando il tessuto del paese dall’interno, lavorando concretamente ed attualmente al raggiungimento di uno status di borgo “sostenibile e innovativo, protetto, ma connesso”. I primi passi sono già visibili e l’hanno caratterizzato come un borgo ad alta vocazione ambientale:
raccolta differenziata oltre l’80%, istituzione di un impianto fotovoltaico che produce più della metà del fabbisogno di energia elettrica delle utenze comunali, un impianto solare termico che produce acqua calda per la palestra e per l’asilo nido, recupero e ripiantumazione di una collina adiacente, illuminazione led, la realizzazione di un anfiteatro all’aperto recuperato da una ex cava e molto altro.
Ora dopo aver preparato il terreno è in procinto una seconda fase il cui scopo è quello del ripopolamento: già assegnato uno spazio ad una giovane attività di alimentari/merende/birrificio artigianale, presto verrà reso pubblico il lancio del macro-progetto Borgofuturo, voluto dall’Amministrazione Comunale, per riqualificare gli spazi del centro storico e destinarli a giovani imprese, artigiani, residenze artistiche, coworking e alberghi diffusi.
▶︎VERSO IL BORGO
Questo weekend a Padernello, altrettanto meraviglioso borgo rurale della bassa bresciana, si svolgerà “Verso il Borgo”, una due giorni dedicata alla scoperta del mondo artigiano tradizionale e digitale tramite una serie di incontri (io sarò presente come relatrice al talk della domenica mattina), esposizioni, dibattiti e laboratori che sottolineeranno quanto la professione artigiana ed il suo valore sia cardine per la costruzione del borgo contemporaneo.
Il progetto, che è nato dall’accordo tra la Fondazione Castello di Padernello e l’Associazione Artigiani della Provincia di Brescia, si pone come obbiettivo quello di aprire delle scuole-bottega artigiane che sappiano coniugare tradizione e innovazione, la cui funzionalità sarà duplice: formativa e lavorativa, luoghi di lavoro e di formazione. Attivando economie artigianali e sociali, sinergie fra pubblico e privato e realizzando un esempio di successo replicabile anche in altri contesti.
▶︎PS: Un progetto di welfare locale ad esclusione zero ha ripopolato paesini semi abbandonati del Sannio e l’Irpinia, facendo riaprire le scuole e ripartire l’economia, attraverso i profughi in attesa di asilo ma anche famiglie italiane che faticano a sostenersi altrove. Leggi di più qui.
▶︎LINK per approfondimenti:
Borgofuturo
Testo legge Piccoli Comuni
Verso Il Borgo
Programma Verso Il Borgo