Riprendo dopo tempo ad intervistare artigiani, non a caso in un momento particolare, di svolta e strutturazione in cui la novità e se vogliamo anche un certo spirito comunitario sta lasciando spazio a percorsi che danno la qualità artigianale per scontata e si indirizzano in cammini più tradizionali di design, imprenditoria e delocalizzazione, servizi.
Un momento focale in cui, come ho già scritto qui recentemente, c’è sempre più distanza fra chi lo fa hobby e chi per professione, chi per puro strumento di riabilitazione personale e chi è riuscito a farlo diventare cammino professionale sostenibile.
Proprio in questo momento ho deciso di intervistare gli artigiani e designer che ad oggi rimangono o stanno diventando i più interessanti e strutturati, contemporanei e sfaccettati, per qualità di proposta, dedizione, contaminazione.
Parto con Abel, di Laura Turrini, modenese e giovanissima rispetto all’immagine studiata e professionale che suggeriscono i suoi pezzi.
Un progetto rigoroso e di grande ricerca di cui ho grande stima, a cavallo tra artigianato, design, arte e spazio di co-working artigiano.
Com’è nato il tuo brand, che formazione hai alle spalle?
Abel nasce dalla necessità di prendere una direzione parallela ai miei studi e al mio lavoro, dove potermi esprimere in maniera personale e istintiva.
Sono sempre stata molto curiosa ed attratta dai lavori manuali. Frequentando il corso di Design del Prodotto all’Accademia di Belle Arti ho scoperto la mia passione per il design e il DIY, questo mi ha portato ad approfondire materiali e tecniche e a darmi un metodo per progettare. Lavorando poi come designer per un’azienda del commercio Fair Trade ho imparato a scandire i tempi, a seguire la stagionalità delle collezioni e a tenere conto degli aspetti etici del prodotto. Non ho mai seguito corsi specifici sulla creazione del gioiello, e questo mi ha permesso di pensare “fuori dagli schemi” e di non darmi limiti nella sperimentazione.
Sono sempre stata molto curiosa ed attratta dai lavori manuali. Frequentando il corso di Design del Prodotto all’Accademia di Belle Arti ho scoperto la mia passione per il design e il DIY, questo mi ha portato ad approfondire materiali e tecniche e a darmi un metodo per progettare. Lavorando poi come designer per un’azienda del commercio Fair Trade ho imparato a scandire i tempi, a seguire la stagionalità delle collezioni e a tenere conto degli aspetti etici del prodotto. Non ho mai seguito corsi specifici sulla creazione del gioiello, e questo mi ha permesso di pensare “fuori dagli schemi” e di non darmi limiti nella sperimentazione.
Di che cosa si tratta? Che materiali utilizzi?
Abel è il mio brand di gioielli contemporanei.
Orecchini ispirati ad un personale campionario di fiori rari in piena fioritura, dove la delicatezza della fibra del cotone si confronta con il rigore e la lucentezza dell’ottone, collane in macramè che richiamano le antiche armature reinterpretate in chiave contemporanea, pezzi unici in corda, ceramica e ottone ispirati alle guerriere moderne.
Abel è il mio brand di gioielli contemporanei.
Orecchini ispirati ad un personale campionario di fiori rari in piena fioritura, dove la delicatezza della fibra del cotone si confronta con il rigore e la lucentezza dell’ottone, collane in macramè che richiamano le antiche armature reinterpretate in chiave contemporanea, pezzi unici in corda, ceramica e ottone ispirati alle guerriere moderne.
Come si sviluppa il tuo percorso progettuale, ricerca e prototipazione?
Dietro ad ogni collezione c’è una ricerca costante, cerco di osservare con grande curiosità gli artisti/designer contemporanei e mi piace esplorare diversi campi come quello dell’arte e della scultura, dai quali traggo ispirazione. Di solito non creo disegni ma passo subito alla sperimentazione. Posso essere ispirata da un materiale o da una tecnica che approfondisco e cerco di reinterpretare in modo personale e con un approccio artistico.
Mano a mano che sperimento la tecnica ed individuo i materiali piu’ adatti per esaltare il prodotto, forme e idee cominciano a prendere vita e a questo punto vi lego un concetto, in modo da concentrare il lavoro in una direzione ben precisa ed avere un tema comune per tutti i pezzi; solo così nasce la collezione.
Le forme dei gioielli vanno poi rimodellate in base alle linee del corpo.
Dietro ad ogni collezione c’è una ricerca costante, cerco di osservare con grande curiosità gli artisti/designer contemporanei e mi piace esplorare diversi campi come quello dell’arte e della scultura, dai quali traggo ispirazione. Di solito non creo disegni ma passo subito alla sperimentazione. Posso essere ispirata da un materiale o da una tecnica che approfondisco e cerco di reinterpretare in modo personale e con un approccio artistico.
Mano a mano che sperimento la tecnica ed individuo i materiali piu’ adatti per esaltare il prodotto, forme e idee cominciano a prendere vita e a questo punto vi lego un concetto, in modo da concentrare il lavoro in una direzione ben precisa ed avere un tema comune per tutti i pezzi; solo così nasce la collezione.
Le forme dei gioielli vanno poi rimodellate in base alle linee del corpo.
Dov’è venduto e raccontato il tuo prodotto?
Facebook e Instagram sono i social network che utilizzo maggiormente per promuovere la mia attività e i miei prodotti.
Le collezioni di pezzi unici vengono presentate e vendute principalmente all’interno del mio studio nella parte espositiva dedicata, mentre alcune sono state esposte presso gallerie d’arte e mostre del gioiello contemporaneo (Equidistante dal Centro/Ottobre 2017, Padova – Artistar jewels ’18/Febbraio 2018, Milano – Ickx Contemporary Jewelry Gallery/Giugno 2018, Bruxelles – Eleni Marnery Gallery/Settembre 2018, Atene).
La collezione di gioielli “Ancient Future” realizzata in corda bondage è venduta all’interno di Fumogallery, galleria d’arte e on-line design shop.
Nel mio laboratorio inoltre ricevo le clienti per personalizzare insieme i gioielli su misura.
Le collezioni di pezzi unici vengono presentate e vendute principalmente all’interno del mio studio nella parte espositiva dedicata, mentre alcune sono state esposte presso gallerie d’arte e mostre del gioiello contemporaneo (Equidistante dal Centro/Ottobre 2017, Padova – Artistar jewels ’18/Febbraio 2018, Milano – Ickx Contemporary Jewelry Gallery/Giugno 2018, Bruxelles – Eleni Marnery Gallery/Settembre 2018, Atene).
La collezione di gioielli “Ancient Future” realizzata in corda bondage è venduta all’interno di Fumogallery, galleria d’arte e on-line design shop.
Nel mio laboratorio inoltre ricevo le clienti per personalizzare insieme i gioielli su misura.
In cosa l’offline è sempre importante?
L’offline e’ importante nel rapporto con il cliente. Nella mia esperienza, soprattutto da quando ho aperto il mio studio, ho potuto scoprire con piacere che oggi chi acquista o chi semplicemente segue il lavoro di un artigiano sui social network è curioso e interessato a tutto il processo di realizzazione; poter conoscere chi sta dietro al prodotto viene percepito come un privilegio e poter seguirne la realizzazione ne aumenta il valore .
L’offline e’ importante nel rapporto con il cliente. Nella mia esperienza, soprattutto da quando ho aperto il mio studio, ho potuto scoprire con piacere che oggi chi acquista o chi semplicemente segue il lavoro di un artigiano sui social network è curioso e interessato a tutto il processo di realizzazione; poter conoscere chi sta dietro al prodotto viene percepito come un privilegio e poter seguirne la realizzazione ne aumenta il valore .
Ci parli del tuo spazio Loom?
Loom è un progetto a cui tengo molto. Nasce come studio/galleria d’arte nell’aprile 2017 insieme ad un’amica pittrice, per trasformarsi poi in un laboratorio di ceramiche e gioielli contemporanei condiviso con una nuova collega ceramista e per trovare infine la sua vera identità nell’Ottobre 2018, diventando uno spazio di lavoro condiviso per artigiani.
È un luogo dove scambiare esperienze e far nascere nuovi progetti. E’ lo spazio dove creo le mie collezioni, sia gioielli che ceramiche per la tavola, dove accolgo i miei clienti e dove nascono collaborazioni stimolanti.
Offriamo postazioni lavoro a chi si occupa di lavori manuali, ma non solo. Affittiamo l’intero open space per workshop, eventi e shooting. Ogni mese poi proponiamo gli Open Studio: una giornata intera, il sabato, dedicata a turno ad un artista/artigiano/designer. Diamo cosi’ la possibilità a chi si auto-produce di esporre e vendere le proprie creazioni, con allestimenti studiati ad hoc per mostrare “live” durante tutta la giornata come nasce un’opera o un prodotto, a seconda del tipo di ospite.
Loom è un progetto a cui tengo molto. Nasce come studio/galleria d’arte nell’aprile 2017 insieme ad un’amica pittrice, per trasformarsi poi in un laboratorio di ceramiche e gioielli contemporanei condiviso con una nuova collega ceramista e per trovare infine la sua vera identità nell’Ottobre 2018, diventando uno spazio di lavoro condiviso per artigiani.
È un luogo dove scambiare esperienze e far nascere nuovi progetti. E’ lo spazio dove creo le mie collezioni, sia gioielli che ceramiche per la tavola, dove accolgo i miei clienti e dove nascono collaborazioni stimolanti.
Offriamo postazioni lavoro a chi si occupa di lavori manuali, ma non solo. Affittiamo l’intero open space per workshop, eventi e shooting. Ogni mese poi proponiamo gli Open Studio: una giornata intera, il sabato, dedicata a turno ad un artista/artigiano/designer. Diamo cosi’ la possibilità a chi si auto-produce di esporre e vendere le proprie creazioni, con allestimenti studiati ad hoc per mostrare “live” durante tutta la giornata come nasce un’opera o un prodotto, a seconda del tipo di ospite.
Com’è la scena modenese?
Credo che a Modena rispetto a qualche hanno fa ci sia più attenzione alla qualità del prodotto artigianale e più rispetto per chi lo produce. Con l’apertura dello studio sto collaborando e scoprendo attività artigiane molto interessanti e mi piace pensare che ne possano nascere di nuove proprio all’interno di realtà come il mio spazio di coworking.
Credo che a Modena rispetto a qualche hanno fa ci sia più attenzione alla qualità del prodotto artigianale e più rispetto per chi lo produce. Con l’apertura dello studio sto collaborando e scoprendo attività artigiane molto interessanti e mi piace pensare che ne possano nascere di nuove proprio all’interno di realtà come il mio spazio di coworking.
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