E’ stata un’estate faticosa. Dopo l’organizzazione del WeeKenDoit , quest’anno più impegnativo di sempre, un lavoro importante di cui vi racconterò prestissimo mi ha praticamente assorbito tutto Agosto, morale vacanze quasi nulle, 6 giorni in un posto speciale da amici ma dove ho fatto comunque fatica a rilassarmi: troppi pensieri e fatica mentale. Come spesso succede nei momenti dell’anno in cui ritrovi il silenzio web (Agosto e dopo Natale) , ho pensato tantissimo a quanto è cambiato negli ultimi anni nel mio lavoro, a quanto sia cresciuta e strutturata la scena handmade, a quanto il lavoro di “creativa” (parola orribile e spesso usata a sproposito, se ve ne viene in mente un’ altra, ditemela) nell’ultimo anno mi abbia fatto lavorare anche fuori dalla scena del fatto a mano e con chi è strettamente legato ad essa. A mille cose iniziate tempo fa e poi semi abbandonate, alle mie sempre troppe idee da attuare ed al pochissimo tempo (ed energia mentale) per farlo.
Non dirò niente di nuovo, lo so: ho bisogno di focalizzare e di tagliare quello che non mi convince più. Il tempo passato ad Agosto lavorando su un unico progetto mi ha fatto capire quanto è bello (e producente) dedicarsi a poche cose, senza interrompersi in continuazione, oltre che per le imprescindibili esigenze familiari, per check sui social e controllo/risposta mail.
Ho bisogno di chiarezza, di semplicità e sì, di fare sul serio oltre che di “far sapere”.
Meno ossessione da social network, più tempo per rispondere alle mail, taglio di rami “secchi” o che non mi convincono più.
Intanto, ve ne sarete accorte forse, ho cambiato logo. Meno divertente forse, ma assomiglia di più a quello che sono oggi. Sono già abbastanza scema io, per carattere e tipo di approccio, un logo fumetto non è più necessario. Lo era stato all’inizio, quasi 6 anni fa: la scena artigianale in Italia allora era ancora molto tradizionale e al limite del pomposo. Un approccio ironico, fresco e con un’immagine grafica “manuale” legata al mondo degli illustratori (il mio logo è stato creato dall’illustratrice spagnola Erica Fustero) era ancora inusuale e proponeva uno sguardo diverso e legato a quanto stava succedendo in campo internazionale.
Oggi per fortuna è vero quasi il contrario: il mondo handmade è fiorito, le crafter più originali e uniche hanno fatto strada diventando riconoscibili brand, gli illustratori stampano tessuti che poi saranno cuciti da nuove artigiane, le grafiche applicano le loro immagini non più solo a computer ma tagliano e stampano. Una scena vivissima che pur tra qualche screzio (inevitabile quando i numeri aumentano e non si può più campare sul “volemose bbene”) continua ad essere sempre più importante. Sento che il mio logo non ha più la valenza simbolica di innovazione che aveva prima, al contrario ho bisogno di pulizia, definizione.
Il nuovo invece rappresenta alcuni cambiamenti che mi serviranno a fare ordine mentale e a definire maggiormente di cosa mi occupo:
-Non scriverò più su Vanity Fair ad esempio. Da tempo lo faccio sempre più raramente, non è più da almeno un anno una collaborazione professionale purtroppo (ma lo è stata per molti anni) ma non avevo il coraggio, come un vecchio amico con cui ti sei perso di vista, di rassegnarmi e lasciarlo andare. Ora non sarebbe giusto nè per me nè per le altre testate con cui collaboro mantenere un impegno continuativo di questo tipo. Se scrivo lo faccio per il mio blog o per testate con cui ho un impegno professionale oppure occasionalmente per rapporti di amicizia e/o stima su testate che mi sento comunque libera di scegliere o rifiutare.
Potete continuare a leggere i miei vecchi post ed anzi cercherò di inglobare qui quelli a cui sono più affezionata!
-Meno tempo sui social network: lo so, è un’ utopia, ci provo ogni anno. Ma ho bisogno di concentrarmi senza l’ansia che se non posto abbastanza mi si dimenticherà (non l’avete anche voi? Stupido da ammettere ma vero). Non sono mai stata una da grandi numeri: poco definibile, poco immediata come figura professionale, poco organizzata forse, sicuramente poco interessata ad avere un’immagine fissa. Nell’ultimo anno ho scritto di meno sul blog, ma post che mi impiegavano ore ed ore, conoscendo persone fantastiche e cercando sempre di comunicare l’eccezionalità invece che la quotidianità. Credo di aver fatto conoscere brand meravigliosi, messo in discussione temi e sicurezze, fatto fare cambiamenti, specie nell’acqusito di abbigliamento, a molte di voi, tutto sempre senza assolutismi, ma tendendo una mano e trovando soluzioni pratiche. Nello stesso tempo ho notato che chi “fa” di più, spesso non è una figura web di spicco. Vorrei continuare a fare poco ma bene insomma.
Adoro Instagram ed è l’unico social che non mi pesa affatto aggiornare. Ma tutti gli appuntamenti fissi a cui vi ho abituato (#Crafteroftheday , #thankgoditscraftday etc) non saranno più un appuntamento da sveglia sul telefono (giuro) e fonte di ansia se per caso un venerdì sera mi addormento sul divano e non posto. Ho bisogno di leggerezza. Ci riuscirò? (Intanto giusto per contraddirmi, mi sono buttata con fasi alterne su Snapchat).
-Bye Bye Gaia6Gattini : lo so, vi dispiacerà un po’ ed anche a me. Il mio brand handmade, quello che vi ha regalato le fasce gattino, i cappelli del nonno, le sciarpe volpe e le nuvole da caffè, va in pensione. Non è mai stato seguito da me come avrebbe meritato, appare solo per pochi oggetti sotto Natale ed è l’ennesimo ramo “via di mezzo” del mio albero immenso. Anche lui nato in un momento in cui l’handmade in Italia era davvero noioso, non ho più tempo di svilupparlo e forse non mi assomiglia davvero più. Farò presto una svendita di rimanenze (quando troverò il tempo, ahimè) e poi chiuderò negozio e pagina fb.
Tranquille, non vuol dire che non farò più nulla, ho un prurito alle mani pazzesco invece!
Tutte le idee legate ad uncinetto, refashion etc continueranno ad essere sempre presenti come facili (e scemi) tutorials qui sul blog! Per quanto riguarda una produzione mia invece ho grandi progetti che finalmente pare si realizzino ma con un brand diverso (mio ed in stand by da anni) …qualche indizio? Maglieria, sostenibilità, pezzo unico. Nel frattempo, fatemi sapere se conoscete un buon servizio online di etichette tessute!
-L’altro cambiamento è legato all’ultimo lavoro che ho fatto. Ahimè, ancora per poco non posso anticipare nulla, ma si tratta di una installazione per una vetrina importante che sarà visibile per tutto settembre nella Galleria Vittorio Emanuele di Milano (eh si, triplo wow). Un lavoro che ho adorato fare e che vorrei approfondire in futuro, lavorando con aziende e materiali di recupero, per una comunicazione scenografica della sostenibilità.
-Moda, il mio primo amore. Sono stata consulente e stilista per 18 anni, tanto tempo. Quello di cui mi occupavo maggiormente, oltre al disegno della collezione (e sdifetto prototipi, scelta tessuti colori, lavoro con i grafici, styling etc) era di ricercare la “direzione” della collezione, il trend iniziale. Dopo tanti anni di rifiuto per un mondo in cui non credevo più e che tanto mi aveva delusa nell’ultimo periodo (vedi produzioni estere, marketing più importante del prodotto, rappresentanti diventati esperti di prodotto etc) , ho rifatto pace dopo un tuffo di anni nel mondo delle autoproduzioni e la scoperta recentemente di tanti brand contemporanei, sostenibili ed autentici. Ho motivo di credere che presto si creerà l’occasione giusta.
-Consulenza: ho cominciato a Torino per Creativi In Rete, lo rifarò a Foligno per il WeekHand. Si parla sempre dell’aiuto alle crafter su foto, gestione sito, indicizzazione, gestione social. Ma mai di prodotto. Mettendo a disposizione la mia esperienza professionale (vedi sopra), assieme a quella di anni nella produzione, comunicazione e rappresentazione della scena handmade, cercherò di dirvi cosa non va nel vostro negozio, su cosa concentrarsi, cosa togliere e cosa non vi assomiglia più. P.S Tranquille, sono Bilancia ascendente Bilancia, per me non essere diplomatica è praticamente impossibile.
Riuscirò nel mio intento? In realtà mi sono appena accorta di non aver di fatto eliminato nulla, solo sostituito. Era da aspettarselo.
E voi a cosa avete pensato in Agosto? Che cambiamenti avete in testa? Un abbraccio dalla stanca Vecchietta Uncinetta.